1° Maggio 2020: servizio sintetico della videomanifestazione in diretta della Confial Nazionale
Governo, regioni e sindacato in rete oltre il lockdown, per il lavoro e le misure per il suo rilancio. È intervenuta la Ministra Teresa Bellanova.
Un primo maggio diverso dal solito, a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, ma con al centro il lavoro e le sue prospettive, come era giusto che fosse per una festa nata al fine di celebrare una vittoria epocale di tutti i lavoratori nell’affermazione dei propri diritti e nel percorso di miglioramento delle proprie condizioni. Per questo motivo la Confederazione Italiana Autonoma Lavoratori (CONFIAL) ha voluto fortemente questa videomanifestazione cui hanno partecipato, in diretta dalle 10.00, sulla webtv della stessa Confial, sulla sua fanpage e su molte altre piattaforme, oltre al Segretario Nazionale del sindacato, Cav. Benedetto Di Iacovo, in qualità di relatore, anche la Ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, ed eminenti personalità del mondo politico e culturale: l’on. Giorgio Benvenuto, ex Segretario nazionale della UIL, l’On. Cristina Grieco, Assessore al Lavoro della Regione Toscana, l’On. Fausto Orsomarso, Assessore al Lavoro della Regione Calabria, il Prof. Domenico Marino, Docente di Politiche Economiche, l’On. Riccardo De Corato, Assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, il Prof. Maurizio Ballistreri, Giuslavorista e Docente di Diritto del Lavoro, l’On. Claudio Di Berardino, Assessore al Lavoro della Regione Lazio, l’On. Roberto La Galla, Assessore alla Formazione e Istruzione della Regione Sicilia. Ha moderato la videomanifestazione il giornalista televisivo e storytailor Piero Muscari.
Il Segretario nazionale Di Iacovo, come ha sottolineato Muscari, ha scritto pagine importanti del sindacato in Italia; abituato a stare a contatto con il mondo del lavoro e delle imprese, nonché con l’emersione, non ha voluto rinunciare al valore simbolico della giornata per incontrare personaggi importanti e dare un contributo rilevante al dibattito in corso, nell’imminenza di una ripresa delle attività produttive chiuse a causa del lockdown. I temi trattati nella relazione accorata del Segretario Di Iacovo, e discussi dai numerosi ospiti in un “confronto a più voci”, hanno riguardato, in particolare, le politiche e le strategie da mettere in campo per la ripresa del lavoro e dell’economia dopo la chiusura forzata imposta dalla fase 1. Dopo i saluti di rito, il ricordo delle vittime e degli eroi che hanno combattuto in prima linea per sconfiggere la pandemia, Di Iacovo è entrato subito in medias res, affermando che “L’evento Coronavirus ha dato scacco al sistema capitalistico mondiale ma la priorità, la bussola, la direzione devono essere la tutela della persona e del lavoro, la dignità al lavoro senza la quale non siamo nulla”: questo l’incipit della sua relazione, che ha toccato temi cruciali a cui non solo l’Italia, ma tutto il mondo, dovranno dare le risposte più adeguate. Le risorse messe in campo dal Governo sono, per Di Iacovo, sicuramente importanti ma non sufficienti a rendere il sistema sociale e occupazionale sicuro se i provvedimenti non saranno immediati e privi di quelle pastoie burocratiche che hanno sempre rallentato l’efficacia di ogni iniziativa.
Dopo aver sottolineato il valore del lavoro e della sua funzione sociale, che offre speranza e dignità alla persona umana in una prospettiva di cittadinanza democratica, di diritti e di tutele che preservano dai conflitti e dall’illegalità, Di Iacovo ha fatto il punto sulla pandemia in atto, affermando che essa ha toccato nervi scoperti del sistema economico mondiale, mostrando, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, il respiro corto del “disumano capitalismo globalizzato”, rimettendo in primo piano anche la natura e i problemi del clima, della sostenibilità ambientale, di quella sociale e dello sviluppo. E, ha continuato Di Iacovo, forse solo a causa del trauma rappresentato da questa pandemia è possibile svegliarsi “dal sonno ideologico che ha reso per troppo tempo le nostre vite mere appendici di un anonimo dispositivo che pompa plusvalore e che nel farlo finisce per distruggere tutto ciò che gli si para davanti, incluse quelle risorse che sono le persone. In questa fase di grande incertezza per l’occupazione, dovuta da una parte al fermo delle attività per effetto del Covid ma anche all’atavica mancanza, tutta italiana, di investimenti pubblici e privati si aggiunge – ha proseguito Di Iacovo – la diminuzione delle prestazioni del welfare locale e l’impoverimento del nostro sistema sanitario che ha mostrato tutta la sua fragilità”.
Come cambierà il lavoro? Cosa dovrà fare da subito il sistema politico? Come dovrà cambiare il sindacato? Sono queste le nuove domande che il Segretario generale si è posto e ha posto e a cui tutti, dai Governi alle Regioni alle altre istituzioni fino alle aziende e agli stessi sindacati, dovranno dare risposta. Per il Segretario il lavoro si trasformerà sempre di più, abbracciando la digitalizzazione; lo smart working sarà certamente esteso o generalizzato, ma questa innovazione non dovrà avvenire a scapito dei lavoratori, con la perdita di forza lavoro o con la “proletarizzazione” e la “precarizzazione” del lavoro intellettuale.
La politica e i sindacati sapranno reagire efficacemente alle difficoltà che la crisi attuale sta ponendo in modo sempre più pressante? Si può guardare al futuro con le lenti del passato? Un sistema di nuove norme e modalità di svolgimento lavorativo dovranno indurre, per Di Iacovo, Governo, Regioni e Imprese a ripensare i processi produttivi, lavorativi e decisionali. Necessaria una riforma della Pubblica Amministrazione, con processi di snellimento che creino opportunità di crescita per la società che volge verso l’Industria 4.0 e l’intelligenza artificiale. Quanto al salario minimo e al modello contrattuale, ha proseguito Di Iacovo, si potrebbe prevedere un modello salariale fondato sul “doppio canale”, come in Germania, con un salario minimo dovuto per legge dove convivano quella base di riferimento retributiva e previdenziale (di contratti nazionali “leggeri”) con contratti aziendali sostenuti dalla legge che regolino salari e prestazioni in funzione del territorio, della competitività e dell’equità sociale. Dovranno cambiare anche le relazioni industriali, con regole certe in materia di rappresentanza, rappresentatività ed efficacia dei contratti collettivi, nel rispetto dei principi e delle previsioni sanciti dall’art. 39 della Costituzione (letti in chiave evolutiva secondo l’insegnamento del diritto vivente) e riformando l’art. 19 dello Statuto dei Lavoratori, per sostituire le R.S.A., che oggi avvengono per nomina delle OO.SS. firmatarie di contratti, con le rappresentanze sindacali unitarie (R.S.U.) elette a partecipazione libera da parte di tutti i lavoratori. L’irruzione del coronavirus a livello mondiale, ha concluso Di Iacovo, ha alterato il disegno dell’ingegneria sociale finora conosciuta e ciò comporterà un cambiamento radicale nel paradigma finora (apparentemente) positivo e progressivo della globalizzazione. Sarà perciò necessario essere all’altezza delle sfide che ci richiedono di riscrivere le regole di una nuova e più umana globalizzazione capace di rimettere le persone, l’ambiente, la salute e il lavoro al centro e al di sopra di ogni altra cosa. Al termine della relazione del Segretario nazionale, Muscari ha ricordato la figura del sindacalista Bruno Buozzi, ucciso dai nazifascisti e il cui nome è legato alle lotte sindacali dopo la Grande Guerra.
L’ospite successivo è stato Giorgio Benvenuto, uomo chiave della politica sindacale del Paese per oltre trent’anni, entrato nella UIL sin dal 1955 e che ha terminato la sua carriera come Parlamentare della Repubblica. Dopo i saluti di rito, in particolare alla Ministra Bellanova, Benvenuto ha ricordato che il sindacato italiano è nato come sindacato degli operai ma anche dei contadini. Per Benvenuto il primo maggio è una festa dinamica nella quale i lavoratori guardano avanti nella consapevolezza di quanto ancora lunga sia la strada da percorrere in termini di diritti e di tutele in piena unità e condivisione. “Non bisogna avere paura – ha sottolineato l’ex leader della UIL – perché ci sono stati altri momenti terribili nella storia sindacale… Io penso che in questo momento il sindacato ha un’occasione formidabile. – ha continuato Benvenuto – È il momento di essere presenti, di curare la fase dell’emergenza, ma anche di sapere che da questa crisi bisogna uscire aggiustando i guasti che negli ultimi anni si sono verificati in Italia, in Europa e nel mondo a causa di una globalizzazione e finanziarizzazione di un mercato che ha messo in secondo piano quelle che sono le esigenze del mondo del lavoro. Una volta la finanza era al servizio dell’uomo; ora corriamo il rischio che sia l’uomo al servizio del mercato, della globalizzazione, della mortificazione di quelle che sono state le conquiste”. Il sindacato deve, per Benvenuto, prospettare un’ipotesi per superare questo momento senza fare gli errori del passato. Non a caso egli ricorda il miracolo che ha saputo fare l’Italia nel 1945… il Paese è riuscito a entrare, dopo la catastrofe della II guerra mondiale, nel gruppo dei primi sette paesi più industrializzati del mondo. L’auspicio, per Benvenuto, è che il sindacato possa ritrovare la sua unità e coesione perché solo uniti si vince.
La ministra Teresa Bellanova, ospite d’onore della videomanifestazione, ha sottolineato la particolarità di questo primo maggio per il quale, invece della “piazza”, si sono dovute cercare vie di incontro alternative per affermare centralità e diritti del lavoro. Questo maggio del 2020 sarà ricordato, ha proseguito la Bellanova, per le condizioni terribili in cui è stato attraversato ma soprattutto per la volontà e la forza dei lavoratori italiani di fronte a una crisi del tutto inedita che con forza straordinaria ha colpito proprio il mondo del lavoro. Ma è proprio il lavoro, secondo la ministra, il più forte antagonista di questa crisi e dal lavoro bisogna ripartire. La Bellanova ha sottolineato, infatti, il ruolo decisivo svolto nelle settimane appena trascorse dal personale sanitario, dagli scienziati e dai ricercatori, dalle forze dell’ordine e da un intero mondo del lavoro, spesso lontano dai riflettori, che ha garantito produzioni agricole, trasformazioni alimentari, trasporti e distribuzione. Un mondo che non si è fermato e che per lei significa filiera della vita. Questa è l’occasione giusta, ha ribadito la ministra, per riportare il lavoro al centro di ogni opzione politica. La straordinaria forza creativa del mondo del lavoro italiano può imprimere una svolta alla storia di questo Paese. La Bellanova ha poi concluso il suo intervento con alcuni spunti di riflessione: l’importanza del lavoro femminile, il sostegno alle famiglie, soprattutto quelle che presentano maggiori fragilità, misure di sostegno al reddito e di tutela sociale devono essere garantiti perché non venga meno quella rete pubblica che permette di conciliare lavoro e attività di cura. Bisogna continuare a contrastare il lavoro sommerso, l’illegalità, l’intermediazione illecita e il caporalato. Non importa se italiani o stranieri: tutti hanno diritto a un lavoro, ha sostenuto la ministra, che sia legale e dignitoso. Fondamentale la collaborazione tra le istituzioni e la rete del partenariato sociale per salvaguardare il lavoro agricolo di qualità e l’alleanza con i cittadini consumatori. Infine lavoro, salute e sicurezza: un legame irrinunciabile, oggi come sempre è la sfida più grande che si ha davanti e che bisogna vincere. La sicurezza del lavoro è un obiettivo irrinunciabile e i costi non dovranno essere scaricati sulle imprese. “E il messaggio che vi consegno – ha ribadito la ministra – è che la salute del Paese non è un tema che si risolve per decreto. Declinarlo nel modo migliore è compito della politica ed è un compito a cui non potremo sottrarci”.
Per l’On. Cristina Grieco, Assessore al lavoro della Regione Toscana, quello che si sta vivendo è un primo maggio tragico ma è anche un’occasione per rimettere il lavoro al centro di un processo di rinascita e di ricostruzione del Paese che molti accomunano al secondo dopoguerra. Per la Grieco la relazione del segretario Di Iacovo ha messo in luce le difficoltà che il capitalismo ha prodotto nel momento attuale. Ma il messaggio deve essere anche di speranza. “Bisogna avere la capacità di immaginare gli scenari futuri facendo ognuno la propria parte, dalle istituzioni alle rappresentanze, dal sindacato al mondo dell’impresa, per costruire un modello diverso improntato alla sostenibilità, – ha affermato la Grieco – perché il mondo del lavoro sarà diverso: digitalizzazione, intelligenza artificiale; le grandi trasformazioni saranno veloci, quindi imporranno un diverso modo di produrre e di organizzare l’impresa e il lavoro. E la capacità di vedere il ruolo delle istituzioni e delle parti sociali in uno scenario non più novecentesco ma di un secolo nuovo è necessaria per non rimanere ancorati a vecchie dinamiche e per proporre nuove soluzioni”. Per la Regione Toscana, in particolare per l’attuale Giunta, che ha redatto un Piano di Sviluppo con degli obiettivi precisi, basato su quello che era il Programma di Europa 2020, l’obiettivo è stato quello di lavorare per ridurre le diseguaglianze, anche tra territori, e per dare pari opportunità. Molti obiettivi sono stati centrati, addirittura superati. “Credo che il Covid ci dia obiettivi nuovi: noi vorremmo – ha affermato la Grieco – che investimenti mirati per fronteggiare questa emergenza portassero la nostra regione, e in generale il Paese, a un punto diverso da quello da cui siamo partiti. Un punto più avanzato. Basti pensare allo smart working, ma anche alle scuole che hanno dovuto subire una trasformazione digitale improvvisa. Non si potrà tornare indietro. Questo punto di partenza deve essere un punto di rilancio per il futuro della scuola, del lavoro e, in generale, anche degli investimenti. Questi ultimi dovranno essere mirati a uno sviluppo sostenibile dei nostri territori. È importante – ha concluso la Grieco – avere un confronto continuo con le parti sociali. Il sindacato deve partecipare a un progetto di futuro. Dobbiamo tornare a mettere il lavoro al centro e con il lavoro la dignità.”
Per l’Assessore al lavoro e allo sviluppo economico della Regione Calabria, On. Fausto Orsomarso, la pandemia ha fatto esplodere tante contraddizioni che in queste anni hanno minato la rappresentanza: politica, sindacale, datoriale. Mai come in questo momento così tragico – ha proseguito Orsomarso – scopriamo come essa sia importante per dare dignità e un nuovo umanesimo a chi rappresenta i diversi corpi sociali. Abbiamo la consapevolezza che la convivenza sociale, civile, lavorativa ci ha dato degli strumenti importanti per migliorarci. Tutte le grandi crisi insegnano delle cose: molte categorie di lavoratori hanno continuato, nel corso della guerra, a lavorare anche sotto le bombe. La testimonianza di tutti serve per riflettere meglio e per organizzarci su questa ripartenza. “Sono convinto che, comunque vada, anche se non conosciamo i tempi e i modi, ce la faremo. Tutti sanno che la Calabria ha un’organizzazione sanitaria che porta con sé dei ritardi atavici e nonostante tutto, grazie anche al grande senso civico dei cittadini, ha tenuto sul piano dell’infezione. Siamo la regione che in percentuale ha fatto più tamponi alla popolazione e ha meno contagiati e meno persone decedute. E ora stiamo provando a organizzare la fase due. Si sta lavorando in queste ore con i diversi rappresentanti delle categorie turistiche per immaginare un modello di Calabria free-Cov o low-Cov, con gli opportuni strumenti per garantire la sicurezza e con aree sanificate, con personale che possa controllare e certificare i diversi ingressi. Si sta lavorando per capire cosa fare con le spiagge libere, così anche con gli hotel e i ristoranti, e per coniugare le decisioni del Governo con quello che la Calabria potrà fare per ripartire con le proprie risorse e i propri mezzi. Quanto al sindacato, in Calabria – ha sottolineato Orsomarso – offriamo e chiediamo serietà e lealtà. La Regione Calabria sta provando a garantire la cassa integrazione in deroga in tempi rapidi ai calabresi…per la prima volta la nostra regione non è stata l’ultima in Italia ma la prima nei flussi decretati inviati all’INPS ed è la prima che sta pagando la cassa integrazione, seppure in un momento così drammatico. Ci siamo messi al lavoro con i sindacati calabresi e abbiamo fatto funzionare questo strumento complesso invece di polemizzare con il Governo. Lavoriamo insieme al sindacato per ricostruire una terra che è stata atavicamente ostaggio del precariato e ci impegniamo per costruire un lavoro vero in una regione che si candida a diventare il giardino d’Italia e d’Europa in settori come il turismo, la cultura e l’agricoltura”.
A seguire il parere di un tecnico, il Prof. Domenico Marino, Docente di Politiche Economiche, che ha sottolineato quanto sia centrale, concetto ribadito anche dal Segretario Di Iacovo nella sua relazione, un modo nuovo di pensare il tempo nell’epoca dell’intelligenza artificiale. Il Covid-19 ha velocizzato dei processi, ha smosso la Pubblica amministrazione ancora troppo ancorata a vecchie regole di gestione del lavoro e ha proiettato il mondo del lavoro in un quadro nuovo che è ancora, per molti versi, da esplorare. La relazione di Di Iacovo – ha proseguito Marino – ha colto questi aspetti quando ha messo in rapporto il mercato del lavoro e le nuove tecnologie, nonché i cambiamenti che ci saranno nelle gestione del lavoro e nelle relazioni sindacali. Queste non potranno più essere quelle degli anni Sessanta ma si devono adattare al nuovo spirito dei tempi immaginando un nuovo concetto di rappresentanza. Alla domanda del moderatore, Piero Muscari, su come cambierà l’economia, Marino ha risposto dicendo che “l’epidemia ci ha fatto comprendere che il mondo è ormai iperconnesso e che ciò che accade in un piccolo paese della Calabria o della Lombardia può produrre effetti in tutto il mondo. Questo è il cosiddetto “effetto farfalla”. Abbiamo sperimentato per la prima volta che un organismo di pochi micron riesce addirittura a mandare in crisi l’economia mondiale senza che la tanto decantata scienza, le “magnifiche sorti e progressive” delle scienze umane, riescano in breve tempo a trovare una risposta. Il Covid 19 ha mostrato la fragilità della nostra civiltà e ci ha fatto capire una cosa nuova: solo se impariamo a collaborare e a cambiare le nostre abitudini potremo affrontare le grandi sfide globali. E questo avrà un impatto notevole sull’organizzazione del lavoro. In Italia per tantissimi anni si è cercato di fare lo smartworking senza riuscirci. Di colpo, a causa dell’epidemia, più di un milione di lavoratori sono stati mandati in smartworking. Quest’esperimento ha funzionato e andrebbe anche ripreso e intensificato dopo che avremo risolto il problema dell’epidemia. Smartworking, infatti, significa poter conciliare esigenze di famiglia con quelle del lavoro, significa facilitare il compito delle donne di cura della famiglia senza rinunciare alle possibilità lavorative e di carriera che vengono loro offerte. Accanto a tanti lasciti negativi, quello dello smartworking è il primo lascito positivo insieme alla coscienza dell’interconnessione. E questo vale anche per l’annosa questione Nord-Sud. Il Paese deve ripartire insieme, perché solo se tutta l’Italia, e forse anche tutta l’Europa e tutto il mondo ripartono insieme, questa crisi sarà superata. L’Italia, stando alle stime attuali, perderà l’8-10% del PIL: gli altri paesi non saranno da meno e nessuno potrà dichiararsi più fortunato. Se il problema non sarà affrontato a livello globale – ha concluso Marino – nessun paese riuscirà a rialzarsi da solo. Neppure gli Stati Uniti, che sono stati la locomotiva del mondo, possono più camminare da soli, perché il tasso di disoccupazione e il calo del PIL sono drammatici.”
L’Assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, On. Riccardo De Corato, ha sottolineato, come gli altri ospiti, la diversità di questo primo maggio, da ricordare e per i drammi umani e per il fatto che buona parte dell’economia si è fermata. De Corato ha ritenuto doveroso dedicare questa celebrazione al personale sanitario e a tutti coloro che hanno continuato la loro attività anche a rischio della vita. Il Covid ha fatto crollare le molte certezze di chi vedeva nella globalizzazione una rivoluzione epocale. “Ci siamo accorti in una sola settimana – ha continuato De Corato – che le filiere produttive sono diventate troppo lunghe e complicate. A causa dell’interdipendenza economica globale molto stretta lo shock che colpisce un paese si riverbera con effetti quasi immediati su molti altri. In questa globalizzazione spinta il costo di produzione di molte merci si è ridotto e con esso si sono ridotti anche i diritti dei lavoratori. La nostra regione in particolare – ha proseguito De Corato- è stata travolta da uno tsunami di proporzioni devastanti. Per tanti, troppi giorni si è dovuto lottare contro il tempo per recuperare respiratori, mascherine e tutto quello che serviva per salvare le vite ai nostri cari. Il mondo del lavoro e dell’economia nel prossimo futuro dovranno necessariamente andare incontro a delle modifiche, a degli adattamenti: oggi, per poter ripartire, è necessario riuscire ad assicurare condizioni di lavoro sicure per ogni lavoratore. Lo smartworking, finora poco utilizzato, è la vera rivoluzione di questa pandemia, che ha portato il numero di chi lavora da casa da 750.000 a 8.000.000 di unità. Per la ripartenza è indispensabile avere chiari tre capisaldi attraverso i quali muoversi: lavoro, sicurezza e solidarietà. Come regione si è fatto un notevole sforzo per aiutare il mondo del lavoro stanziando 400 milioni di finanziamenti aggiuntivi rispetto al fondo centrale di garanzia previsto dal Governo. Questo per dare liquidità e garantire la continuità aziendale. La misura si chiama “credito adesso” ed è rivolta alle piccole e medie imprese nonché ai professionisti lombardi per sostenere l’accesso al credito e affrontare l’emergenza coronavirus consentendo la ripresa delle attività. Come nel dopoguerra dobbiamo tornare a sporcarci le mani, pensare a un Piano Marshall fatto di opere pubbliche. Tutti coloro che perderanno il proprio lavoro dovranno essere supportati con misure eccezionali. In questa crisi l’Europa ha mostrato tutti i suoi limiti manifestando un cinismo senza eguali ed evidenziando che non è un’unione di popoli ma un insieme di paesi, alcuni dei quali, molto, troppo egoisti e per niente solidali. Io penso che in un paese come il nostro (pieno di luoghi unici al mondo, pieno di cultura e di arte) per rinascere dovremo usare mani, cuore e cervello. Quanto al sindacato – ha concluso De Corato – bisogna discutere di un nuovo pluralismo di rappresentanza dei lavoratori.”
Delle politiche e della legislazione del lavoro ha parlato poi il Prof. Maurizio Ballistreri, Giuslavorista e Docente di Diritto del Lavoro. Dopo i complimenti a Di Iacovo per la direzione di un sindacato giovane e dinamico come Confial, per l’organizzazione della videomanifestazione e per la relazione, che considera di forte cambiamento e modernità, capace di leggere con acutezza il presente e di disegnare il futuro, Ballistreri ha affermato che il Covid-19 ci ha mostrato una società del rischio: noi non sappiamo come e quando ne usciremo né in che modo ci dovremo porre rispetto ai problemi sociali ed economici che già ci sono. La globalizzazione è soggetta alle crisi cicliche del capitalismo e ci restituisce la questione della centralità dell’uomo. Questo inizio di secolo è stato plasmato attorno ai temi dell’anarchia del mercato, del liberismo economico e con l’ulteriore aggravio, in Europa, del patto di stabilità e dell’austerity. “ Quest’epidemia – ha proseguito Ballistreri – restituisce alle persone e, soprattutto, al potere politico, il problema di costruire la società del futuro attorno ai problemi dell’uomo, della solidarietà e dell’integrazione delle persone. Come fare? Nella relazione di Di Iacovo si disegnano alcune prospettive, ad es. quella di umanizzare la globalizzazione, non con degli slogan, ma con delle proposte concrete. Per noi giuslavoristi, ad es., uno dei temi fondamentali di riflessione è quello di una clausola sociale a livello internazionale che obblighi tutti gli stati a non praticare il dumping sociale, a non far lavorare le persone in condizioni disumane e di sfruttamento. Questo, diciamolo pure – ha affermato Ballistreri – è il segreto di paesi di nuovo capitalismo come la Cina. E poi, per quanto riguarda la nostra Europa, si dovrebbe metter fine a questa austerity che ha impoverito i cittadini, distrutto le regole del welfare state, dello stato sociale e del lavoro. Bisogna riportare al centro il tema del lavoro e dell’umanizzazione dell’economia. La IV rivoluzione industriale…questa è una grande opportunità: le nuove tecnologie e la robotica possono essere utilizzate per restituire questa dimensione di umanizzazione alla società del nostro tempo. È una questione di scelte politiche e di regole che devono presiedere a questi processi ponendo al centro quello che un tempo il sindacato e le forze di ispirazione democratica definivano la grande questione sociale del ‘900 trasposta in questa prospettiva diversa che è quella della IV rivoluzione industriale dell’economia 4.0.”
Per l’On. Claudio Di Berardino, Assessore al Lavoro e nuovi diritti, Formazione, Scuola e diritto allo studio universitario, Politiche per la ricostruzione della Regione Lazio, è arrivato il momento di un grande patto nelle diverse realtà locali, sia nelle aree metropolitane che nei comuni, in cui si possa discutere dei tempi di vita e di lavoro. Alla domanda di Muscari su come si stia muovendo la regione Lazio per stare a fianco del lavoro l’Assessore Di Berardino ha risposto dicendo che “questo è avvenuto con lo smartworking, laddove non sia stato possibile tenere aperte le attività, e per questo sono state messe in campo delle risorse per agevolare le piccole e medie imprese. E così è stato fatto – ha proseguito l’Assessore – con i piccoli comuni, primo punto di incontro con i cittadini e i loro problemi: gli abbiamo dato questo input per facilitare tale modalità di lavoro. In più, subito dopo l’8 marzo, abbiamo promosso un’iniziativa importante, cioè quella della classe virtuale. Questo per fare in modo che le scuole potessero essere agevolate attraverso un contributo al fine di continuare le lezioni. Ci sono poi stati altri interventi sugli affitti, in particolare quelli degli studenti, finanziamenti per le imprese a tassi molto agevolati, buoni spesa per le famiglie in difficoltà, insomma una serie di misure. Ci siamo preoccupati di tenere agganciato al posto di lavoro il lavoratore attraverso lo strumento della cassa integrazione. Quanto al sindacato – ha ribadito l’Assessore – la sua funzione è centrale non solo perché strumento previsto dalla Costituzione ma anche perché rappresenta un’occasione di incontro e di senso di comunità. Solo insieme si può cambiare questa società. Il sindacato deve rappresentare sempre più non solo l’elemento della critica ma quello della proposta attraverso la concertazione, che è un confronto costruttivo con le istituzioni. Io sono fiducioso che il sindacato abbia le energie e la forza per potere coniugare le diverse esigenze e per essere un protagonista vitale e importante della nostra società.”
Le immagini di Portella della Ginestra, trasmesse per alcuni momenti dalla regia, hanno ricordato la strage siciliana del primo maggio del 1947. E siciliano è l’ultimo ospite della video manifestazione, l’On. Roberto La Galla, Assessore alla Formazione e Istruzione della Regione Sicilia. Per La Galla stiamo affrontando una sfida impensabile: “la pandemia ha messo in ginocchio il mondo e ha riempito di dubbi una società che invece riteneva di avere conseguito assolute certezze. Il sindacato, come tutte le parti sociali, ha vissuto una progressiva modificazione del proprio ruolo, delle proprie attività, del valore e del significato delle proprie iniziative. Certamente – ha sottolineato La Galla – siamo lontani dai tempi storici del sindacato di lotta e credo che oggi questa tentazione sia da evitare perché ciò che è necessario è l’evoluzione del pensiero e la rimozione di ogni pregiudizio, nonché l’abbraccio con le esigenze dell’innovazione. Il sindacato deve concorrere responsabilmente a questo processo di cambiamento della società inducendo anche nella classe dei lavoratori la consapevolezza che questo passa anche per l’eventuale necessità di rivedere aspetti contrattuali ritenuti intoccabili. È necessario – ha poi sottolineato La Galla – l’aggiornamento dei lavoratori rispetto alle nuove tecnologie. Mi permetto di dire quanto questo sia importante soprattutto nel pubblico impiego, laddove questa sensibilità non è stata sempre percepita fino in fondo. La massa complessiva del mondo del lavoro racchiude in sé nativi analogici e nativi digitali ed è allora necessario immaginare già da subito nuovi modelli organizzativi ma anche una nuova e diversa sensibilizzazione per la creazione di nuove e più aggiornate competenze in tema di utilizzazione delle nuove tecnologie digitali. Questo vale soprattutto per il pubblico impiego dove l’accelerazione che è stata data allo smartworking, per quanto caratterizzata da buona volontà e da buoni propositi, non sempre ha dato i suoi migliori risultati. Quanto alla Sicilia, il fatto che il contagio si sia manifestato con minore virulenza ha consentito al Governo Regionale, al Presidente Musumeci e all’Assessore alla salute di realizzare un importante ed efficace intervento anticontagio, anche con una registrazione puntuale di quanti, e non sono stati pochi, sono rientrati in Sicilia in questo periodo emergenziale. Il primo maggio diventa una sorta di spartiacque tra la fase 1 e la fase 2 e oltre a indurre a riflessioni di ordine più generale certamente impone una considerazione più immediata sulla cessazione graduale del lockdown. Proprio il primo maggio ci porta a considerare con attenzione – ha concluso La Galla – l’impatto drammatico che soprattutto al Sud la cessazione di tutte le attività produttive, industriali, manifatturiere e commerciali sta determinando sul PIL e sulla distribuzione della ricchezza”.
Al termine della videomanifestazione un’ultima chiosa di Di Iacovo che ha espresso la sua piena soddisfazione per la qualità degli interventi ascoltati. Il segretario, dopo un sentito ringraziamento al moderatore Piero Muscari per la brillante conduzione, ha poi manifestato la propria gratitudine a tutti i partecipanti, in primo luogo agli Assessori regionali con i quali sono già stati sottoscritti tutti gli accordi in deroga. Un ringraziamento particolare è andato, infine, alla ministra Bellanova, proveniente dal mondo del sindacato, per la sua sensibilità che la oppone con decisione al lavoro nero, a quello sommerso e irregolare.
Sentita la partecipazione di tutti gli ospiti per un primo maggio inedito che da Nord a Sud ha unito il Paese e che, attraverso le forze democratiche aderenti all’incontro, ha offerto contributi altamente qualificati e di grande profilo politico, culturale e istituzionale.